I disturbi della personalità sono associati con modi di pensare, percepire e di rispondere emotivamente che differiscono sostanzialmente da quelli generalmente accettati.

I pazienti tendono ad esibire un limitato repertorio di risposte stereotipate in diversi contesti sociali e personali.

Questi pattern solitamente sono evidenti durante la tarda infanzia o l’adolescenza ma la necessità di verificarne la loro permanenza nel tempo, limita l’uso del termine “disturbo” ai soli adulti.

Per scopi pratici, questi disturbi sono spesso raggruppati in tre cluster che condividono delle caratteristiche cliniche:

Cluster A : i pazienti spesso sembrano bizzarri o eccentrici (come i paranoidi o gli schizoidi). Il disturbo schizotipico è spesso incluso in questo cluster.

Disturbo Paranoide di Personalità: è un disturbo di personalità caratterizzato da diffidenza e sospettosità che spingono ad interpretare le intenzioni, le parole e le azioni degli altri sempre come malevole, umilianti o minacciose per la propria persona. Gli individui che maturano questa struttura di personalità sono dominati in maniera rigida e pervasiva da pensieri fissi di persecuzione, timori di venir danneggiati, paura continua di subire un tradimento anche da persone amate, senza che però l’intensità di tali pensieri raggiunga caratteri deliranti. “l’esame di realtà” rimane, infatti, intatto.

I criteri diagnostici del Disturbo Paranoide di Personalità, rispecchiano una modalità di pensiero caratterizzata da una costante ricerca di significati oscuri, delle tracce rivelatrici di una “verità” che va oltre il significato apparente della situazione. Questa ricerca senza fine comporta un’iperattivazione dell’attenzione che si evince dalla circospezione legata a questo continuo e attento controllo. Un individuo paranoide analizza continuamente ciò che lo circonda alla ricerca del particolare insolito – uno stile di pensiero molto oneroso per la fatica fisica ed emozionale che comporta. Il paziente paranoide è praticamente incapace di rilassarsi.

Il pensiero paranoide è anche caratterizzato da una mancanza di flessibilità: gli argomenti più convincenti generalmente non hanno alcun impatto sulle convinzioni rigide e salde del paranoide. Infatti, coloro che tentano di discutere con un soggetto con tale disturbo di personalità, si troveranno facilmente ad essere il bersaglio della sua sospettosità.

Il pensiero del paranoide differisce da quello dello schizofrenico paranoide per il fatto di non essere delirante. Infatti, i pazienti con disturbo paranoide hanno una percezione assolutamente precisa del loro ambiente: è il loro giudizio su quanto è percepito ad essere alterato. La realtà in sé non è distorta; lo è invece il significato della realtà come essa appare

 

Disturbo Schizoide Di Personalita’ è caratterizzato dalla difficoltà nello stabilire relazioni sociali e, soprattutto dall’assenza del desiderio di stabilirle. La vita delle persone che soffrono di questo disturbo è strutturata in modo da limitare le interazioni con gli altri: hanno pochi amici stretti e confidenti, scelgono lavori che richiedono un contatto sociale minimo o nullo, non sono coinvolti in relazioni intime e in genere non si costruiscono una propria famiglia. Appaiono distaccati e freddi estremamente riservati e indifferenti all’approvazione e alle critiche degli altri e ai loro sentimenti. Hanno scarsa capacità ad esprimere sentimenti sia positivi che negativi verso gli altri e a provare piacere nello svolgere qualsiasi attività.

I criteri diagnostici del Disturbo Schizoide di Personalità, rispecchiano una modalità pervasiva di distacco dalle relazioni sociali (sceglie attività solitarie, non ha amici)e una gamma ristretta di espressività emotiva (appare indifferente nei confronti delle lodi o delle critiche; mostra freddezza e distacco emozionale).

Disturbo Schizotipico

è caratterizzato da isolamento sociale, comportamento insolito e bizzarro e alcune “stranezze del pensiero” quali:

-sospettosità e ideazione paranoide, ad esempio credere che gli altri complottino contro la propria persona;

-idee di riferimento cioè interpretare come collegati tra loro eventi che non lo sono;

-credenze bizzarre e pensiero magico, ad esempio sentire di avere poteri speciali come prevedere gli eventi o leggere i pensieri degli altri;

-esperienze percettive insolite, ad esempio sentire la presenza di  un altra persona;

Agli occhi degli altri appaiono spesso strani, eccentrici e stravaganti nel linguaggio, nel modo di interagire, inappropriato e rigido, e nell’abbigliamento particolare o trasandato.

Gli individui con disturbo schizotipico sono molto simili agli individui schizoidi fatta eccezione per la presenza di sintomi indicativi di una forma “attenuata” di schizofrenia. In realtà, pazienti schizoidi e schizotipici costituiscono un continuum per cui è in un certo senso arbitrario tracciare un confine netto tra le due entità nosografiche. Inoltre, gli stessi pazienti schizotipici costituiscono un continuum che va da quelli che sono molto simili ai pazienti schizoidi (fatta eccezione per una lieve accentuazione delle bizzarie nel comportamento e nella comunicazione) a quelli più vicini alla schizofrenia che vanno facilmente incontro a brevi episodi psicotici transitori.

-Spesso vivono ai margini della società. Possono essere ridicolizzati come “strambi” o “disadattati” oppure possono essere semplicemente lasciati da soli a condurre un’esistenza solitaria e riservata.

-I pazienti con disturbo schizotipico di personalità presentano una vulnerabilità biologica comune a quella della schizofrenia identificabile nella dimensione di organizzazione cognitivo/percettiva (capacità di elaborare adeguatamente stimoli, processare le informazioni in relazione all’esperienza pregressa e selezionare la strategia di risposta più adeguata).

-Fra gli indicatori neuropsicologici comuni, si annoverano disturbi dell’attenzione sostenuta, della capacità di elaborare le informazioni e strategie di risposta e disturbi della percezione sensoriale.

-Gli schizotipici, come gli schizoidi, risultano socialmente ed emozionalmente distaccati, ma, come i paranoidi, possono presentare sospettosità o ideazione paranoide e quindi possono generare complessità nella valutazione psicodiagnostica delle patologie organizzative (stress →costrittività → mobbing)  (anche oggi piove , questa è la prova tangibile che gli elementi atmosferici mi indicano la strada: meglio che non vada a lavorare).

cluster B: i pazienti possono sembrare drammatici, emotivi, o erratici (come il tipo istrionico, narcisistico o borderline di personalità emotivamente instabile, antisociale)

 

 

Disturbo borderline di personalità

  • I soggetti borderline soffrono di crolli della fiducia in sé stessi e dell’umore, tendono a cadere in comportamenti autodistruttivi (anche fisicamente) e distruttivi delle loro relazioni interpersonali. Alcuni soggetti possono soffrire di momenti depressivi acuti anche estremamente brevi, ad esempio pochissime ore, ed alternare comportamenti normali.
  • I soggetti borderline hanno la tendenza all’oscillazione del giudizio tra polarità opposte, un pensiero cioè “bianco o nero”, oppure alla “separazione” cognitiva ( ad esempio la classificazione “amico” o “nemico”, “amore” o “odio”, ecc.). Questa separazione non è pensata bensì è immediatamente percepita.
  • La caratteristica dei pazienti con disturbo borderline è, inoltre, una generale instabilità esistenziale. La loro vita è caratterizzata da relazioni affettive intense e turbolente che terminano bruscamente, e il disturbo ha spesso effetti molto gravi provocando “crolli” nella vita lavorativa e di relazione dell’individuo.

Il tipico paziente con Disturbo Borderline di Personalità è “stabilmente instabile”. Può mostrare un’emotività intensa e poi, in modo del tutto inaspettato, presentare un improvviso e repentino cambiamento dell’umore. Il suo modo instabile di gestire le relazioni troverà espressione anche nel rapporto con il terapeuta. A differenza di quello che avviene nel disturbo istrionico in cui le emozioni sembrano essere più intensamente espresse di quanto non siano vissute, il paziente Borderline sperimenta davvero l’intensità di questi affetti ed è assente la sensazione di inautenticità. Dato che il paziente Borderline non è in grado di prendere le distanze dai propri stati emotivi, non sarà capace di insight rispetto alle proprie difficoltà a conciliare aspetti positivi e negativi di sé e degli altri.

Disturbo Istrionico di Personalità

Il disturbo istrionico di personalità è caratterizzato da un quadro clinico di eccessiva emotività, ricerca di attenzione e un bisogno eccessivo di approvazione.

I soggetti sono egocentrici, indulgenti con se stessi  intensamente dipendenti dagli altri. Sono emozionalmente labili e tendono ad attaccarsi agli altri in contesti di relazioni immature. Si assiste di frequente ad una eccessiva identificazione negli altri; sono emozionalmente superficiali per evitare sofferenze legate alle emozioni e hanno difficoltà a capire in profondità sia se stessi sia altre persone. La selezione dei partner, relazionali o sessuali, è spesso  altamente inappropriata. Spesso i loro partner possono avere sintomi di disordini di personalità, simili o molto più gravi dei loro.

Le caratteristiche essenziali del Disturbo Istrionico di Personalità sono un’emotività pervasiva ed eccessiva e un comportamento di ricerca di attenzione. Questo quadro compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti. Gli individui con Disturbo Istrionico di Personalità si sentono a disagio o non apprezzati quando non sono al centro dell’attenzione. Spesso brillanti e drammatici, tendono ad attirare l’attenzione, e possono inizialmente affascinare le nuove conoscenze per il loro entusiasmo, apparente apertura o seduttività. Queste qualità tendono ad indebolirsi, comunque, poiché questi individui richiedono continuamente di essere al centro dell’attenzione. Essi si accaparrano il ruolo di “protagonista della festa”. Se non sono al centro dell’attenzione, possono mettere in atto qualcosa di drammatico (per es., inventare delle storie, creare una scena) per attrarre l’attenzione su di loro. Questa necessità è spesso evidente nel loro comportamento con un clinico (per es., adulazione, regali, fornire descrizioni drammatiche dei sintomi fisici e psicologici che vengono sostituiti da nuovi sintomi ad ogni visita). Sono spesso inappropriatamente provocanti o seduttivi. Questo comportamento si manifesta in una grande varietà di relazioni sociali, lavorative e professionali, al di là di quanto sia appropriato dato il contesto sociale. L’espressione emotiva può essere superficiale e rapidamente mutevole. Spesso utilizzano l’aspetto fisico per attrarre l’attenzione. Questi individui hanno un eloquio eccessivamente impressionistico e privo di dettagli e sono caratterizzati da autodrammatizzazione, teatralità ed espressione esagerata delle emozioni. Hanno un elevato grado di suggestionabilità.

Disturbo Narcisistico di Personalità

“Così di lei, così d’altre ninfe nate in mezzo alle onde o sui monti s’era beffato Narciso, come prima d’una folla di giovani. Finché una vittima del suo disprezzo non levò al cielo le mani: “Che possa innamorarsi anche lui e non possedere chi ama!”. Qui il ragazzo, spossato dalle fatiche della caccia e dal caldo, venne a sdraiarsi, attratto dalla bellezza del posto e dalla fonte, ma, mentre cerca di calmare la sete, un’altra sete gli nasce: rapito nel porsi a bere dall’immagine che vede riflessa, s’innamora d’una chimera: corpo crede ciò che solo è ombra. “Desidera, ignorandolo, sé stesso, amante e oggetto amato, mentre brama, si brama, e insieme accende ed arde (Ovidio, Le Metamorfosi)

Il disturbo narcisistico di personalità è un disturbo il cui sintomo principale è un deficit nella capacità di provare empatia verso altri individui. E’ caratterizzato da una particolare percezione di sé del soggetto. Comporta una percezione esagerata della propria importanza e idealizzazione del proprio sé e difficoltà di coinvolgimento affettivo. La persona manifesta una forma di egoismo profondo di cui non è di solito consapevole, e le cui conseguenze sono tali da produrre nel soggetto sofferenza, disagio sociale o significative difficoltà relazionali e affettive. I soggetti affetti sono spesso caratterizzati da un bisogno affettivo specifico, quello di essere ammirati. Tuttavia non è un sintomo che compare necessariamente. Alcune persone possono ritenere in qualche modo di essere “speciali” o superiori.

La caratteristica essenziale del Disturbo Narcisistico di Personalità è un quadro pervasivo di grandiosità, necessità di ammirazione, e mancanza di empatia, che comincia entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti. Gli individui con questo disturbo hanno un senso grandioso di autostima. Essi abitualmente sovrastimano le proprie capacità, ed esagerano i propri talenti, apparendo spesso vanagloriosi e presuntuosi. Spesso nel giudizio esagerato dei propri talenti è implicita una sottostima (svalutazione) dei contributi di altri Possono pensare di dover frequentare solo persone speciali o di condizione sociale elevata, e possono attribuire qualità di “unico”, “perfetto”, o “dotato” a coloro che frequentano. Gli individui con questo disturbo credono che le loro necessità siano speciali e al di fuori della comprensione delle persone ordinarie. Gli individui con questo disturbo generalmente richiedono eccessiva ammirazione. La loro autostima è quasi invariabilmente molto fragile. La vulnerabilità dell’autostima rende l’individuo con Disturbo Narcisistico di Personalità molto sensibile alle “ferite” dovute alle critiche o alla frustrazione. Sebbene possano non dimostrarlo esternamente, la critica può tormentarli, e può lasciarli umiliati, avviliti, vanificati e svuotati. Possono reagire con sdegno, rabbia, o contrattaccare con insolenza. Generalmente mancano di empatia, e hanno difficoltà a riconoscere i desideri, le esperienze soggettive e i sentimenti degli altri. Sono spesso invidiosi degli altri, o credono che gli altri siano invidiosi di loro.

Disturbo Antisociale Di Personalita’

E’ un disturbo di personalità’ caratterizzato dal disprezzo patologico del soggetto per le regole  e le leggi della società, da comportamento impulsivo, dall’incapacità di assumersi responsabilità e dall’indifferenza dei sentimenti altrui.

La caratteristica essenziale del Disturbo Antisociale di Personalità è un quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri, che si manifesta nella fanciullezza o nella prima adolescenza, e continua nell’età adulta. Questa modalità è stata anche denominata psicopatia, sociopatia o disturbo “dissociale” di personalità. Poiché la disonestà e la manipolazione sono caratteristiche centrali del Disturbo Antisociale di Personalità, può essere particolarmente utile integrare l’anamnesi con le informazioni raccolte da fonti collaterali. Gli individui con il Disturbo Antisociale di Personalità non riescono a conformarsi alle norme sociali secondo un comportamento legale. Possono compiere ripetutamente atti passibili di arresto (che vengano arrestati o meno), come distruggere proprietà, molestare gli altri, rubare o svolgere attività illegali.

Le persone con questo disturbo non rispettano i desideri, i diritti o i sentimenti degli altri. Sono frequentemente disonesti e manipolativi per trarre profitto o piacere personale (per es., per ottenere denaro, sesso, o potere).Possono ripetutamente mentire, usare false identità, truffare o simulare. Tendono ad essere irritabili ed aggressivi senza curarsi della propria e della altrui sicurezza. Gli individui con Disturbo Antisociale di Personalità tendono anche ad essere spesso estremamente impulsivi ed irresponsabili e mostrano scarso rimorso per le conseguenze delle loro azioni. Sono state sollevate preoccupazioni per il fatto che la diagnosi possa talvolta essere male applicata ad individui in ambienti in cui verosimilmente il comportamento antisociale può essere parte di una strategia protettiva di sopravvivenza. Nel valutare i tratti antisociali, è utile per il clinico considerare il contesto sociale ed economico in cui si manifesta il comportamento.

cluster C : i pazienti si presentano come ansiosi o impauriti (come il tipo dipendente, evitante, ossessivo compulsivo).

Disturbo Dipendente di Personalità

Si definisce disturbo dipendente di personalità il quadro patologico caratterizzato da un comportamento sottomesso e adesivo, legato ad un eccessivo bisogno di essere accuditi. I soggetti affetti da questo disturbo sperimentano una fase ossessiva di ricerca di certezze, sicurezze e conforto da parte di altre persone (normalmente familiari e/o amici in generale, in una forma talvolta paragonabile alla depressione e spesso collegata a cause scatenanti collaterali quali traumi infantili o problematiche esistenziali.

Vitale la necessità di avere e mantenere  rapporti personali che danno all’individuo la sensazione di non essere mai solo.

Sentono inoltre, la necessità di essere costantemente presenti e  fondamentali nella vita della persona a loro vicina. Per questo richiedono spesso rassicurazioni e conferme e tendono a vivere qualsiasi gesto di allontanamento, se pur minimo, come un possibile e doloroso abbandono. L’assenza di una relazione significativa ed accudente fa percepire, alla persona dipendente, un senso di vuoto, la sensazione di assenza di scopi e direzione.

Gli individui con Disturbo Dipendente di Personalità hanno grande difficoltà a prendere le decisioni quotidiane (per es., il colore della camicia da indossare per il lavoro, o se portare un ombrello) senza un’eccessiva quantità di consigli e rassicurazioni da parte degli altri. Questi individui tendono ad essere passivi, e a permettere ad altre persone (spesso una persona singola) di prendere l’iniziativa e di assumere la responsabilità per la maggior parte dei settori della loro vita . Gli adulti con questo disturbo tipicamente dipendono da un genitore o dal coniuge per decidere dove devono vivere, che tipo di lavoro dovrebbero avere, e di quali vicini devono essere amici. Questa necessità che gli altri si assumano le responsabilità va al di là delle richieste appropriate per l’età e la situazione (per es., le necessità specifiche delle persone anziane, e dei portatori di handicap). Il Disturbo Dipendente di Personalità può manifestarsi in un individuo con una grave condizione medica generale o disabilità, ma in tali casi la difficoltà nel prendere responsabilità deve andare al di là di quanto si associa generalmente con quella condizione o disabilità. Questi individui si sentono talmente incapaci di funzionare autonomamente che concorderanno su ciò che ritengono sbagliato, piuttosto che perdere l’aiuto di coloro che ricercano per essere guidati. Mancano di sicurezza in se stessi, e credono di avere necessità di aiuto per iniziare e portare avanti dei compiti. Possono, comunque, funzionare adeguatamente se hanno la sicurezza che qualcun’altro stia supervisionando e approvando. Possono temere di diventare o di apparire più competenti, poiché possono credere che questo conduca all’abbandono. Sono pronti a sottomettersi a ciò che gli altri vogliono, anche se le richieste sono irragionevoli. Si sentono a disagio o indifesi quando sono soli, a causa del timore esagerato di essere incapaci di prendersi cura di sé. Si vedono così totalmente dipendenti dal consiglio e dall’aiuto di un’altra persona importante che temono di essere da essa abbandonati anche quando non vi sono motivi per giustificare tale paura.

Disturbo Evitante Di Personalita’

Il disturbo evitante di personalità a volte detto anche disturbo ansioso di personalità, è caratterizzato da comportamenti di inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza, estrema sensibilità e valutazioni negative nei propri confronti e la tendenza  a evitare le interazioni sociali. Le persone affette da disturbo evitante di personalità spesso si considerano socialmente incapaci o non attraenti a livello personale ed evitano le interazioni sociali per timore di essere ridicolizzati, umiliati od oggetti di antipatie.

Gli individui con Disturbo Evitante di Personalità evitano il lavoro o le attività scolastiche che coinvolgono un contatto interpersonale significativo per timore di essere criticati, disapprovati o rifiutati. Questi individui evitano di farsi nuovi amici, a meno che non siano certi di piacere e di essere accettati senza critiche. Finché non superano prove rigorose che dimostrano il contrario, le altre persone sono ritenute critiche e disapprovanti. Possono agire con inibizione, avere difficoltà a parlare di sé, e ad esibire sentimenti intimi per timore di esporsi, di essere ridicolizzati o umiliati. Poiché sono preoccupati di essere criticati o rifiutati in situazioni sociali, possono essere dotati di una soglia molto bassa per avvertire tali reazioni .Sono inibiti nelle situazioni interpersonali poiché si sentono inadeguati, e hanno una bassa autostima. Credono di essere socialmente inetti, personalmente non attraenti, o inferiori agli altri. Sono insolitamente riluttanti ad assumere rischi personali o ad ingaggiarsi in qualsiasi nuova attività, poiché questo può rivelarsi imbarazzante. Sono inclini ad esagerare i pericoli potenziali di situazioni ordinarie, e dalla loro necessità di certezza e sicurezza può derivare uno stile di vita coartato. Alcuni con questo disturbo possono disdire un colloquio di lavoro per il timore di sentirsi imbarazzati per non essere vestiti adeguatamente. Sintomi somatici marginali o altri problemi possono diventare la ragione per cui evitano nuove attività. Vengono descritti dagli altri come “riservati”, “timidi”, “solitari” e “isolati”.

 

Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità

Detto anche disturbo di personalità anancastico o disturbo della personalità ossessiva, è caratterizzato da un complesso di risposte rigide della personalità, comportamenti e sentimenti che si manifestano in più ambiti e si raccolgono per lo più in questi insiemi:

  • Tendenza a conformarsi a procedure, abitudini o regole in modo eccessivo e non flessibile
  • Presenza costante  di pensieri o comportamenti ripetitivi
  • Costante perfezionismo

Gli individui con Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità cercano di mantenere una sensazione di controllo attraverso un’attenzione minuziosa per le regole, i dettagli futili, le procedure, le liste, i programmi, o la forma, al punto che va perso lo scopo dell’attività. Sono eccessivamente accurati, ed inclini alla ripetizione, prestando una straordinaria attenzione ai dettagli, e controllando ripetutamente in cerca di eventuali errori. Dimenticano che le altre persone tendono ad infastidirsi dei dettagli e degli inconvenienti che derivano da questo comportamento. Il perfezionismo e gli standard di prestazioni elevati che si impongono causano in questi individui malfunzionamento e disagio significativi. Possono impegnarsi talmente in ogni dettaglio di un progetto assolutamente perfetto che tale progetto non viene mai ultimato. Mostrano una devozione eccessiva al lavoro e alla produttività, fino ad escludere le attività di tempo libero e le amicizie. Possono forzare se stessi e gli altri a seguire principi morali rigidi e standard di prestazione molto rigorosi. Possono anche essere impietosamente autocritici, sono rigidamente sottomessi all’autorità e alle regole. Possono essere incapaci di gettare oggetti usati o inutili, anche quando non hanno valore sentimentale. Spesso questi individui ammetteranno di essere “formiche”. Possono considerare uno spreco gettare via degli oggetti poiché “non puoi mai sapere quando ne avrai bisogno”, e saranno turbati se qualcuno tenta di sbarazzarsi delle cose che hanno accumulato. Sono riluttanti a delegare compiti o a lavorare con altri. Gli individui con Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità sono caratterizzati da rigidità e testardaggine. Sono talmente preoccupati di fare le cose nell’unico modo “corretto” che hanno problemi a seguire le idee di altri.

Disturbo Ossessivo Compulsivo: I sintomi caratteristici del DOC sono le ossessioni e le compulsioni. Le ossessioni rappresentano dei pensieri (es. di contaminazione), immagini (es. scene raccapriccianti) o impulsi (es. accoltellare qualcuno) ripetitivi e persistenti, vissuti dall’individuo come spiacevoli e intrusivi, che causano disagio significativo. L’individuo cerca di ignorare o sopprimere tali ossessioni, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni. Le compulsioni – o rituali – sono comportamenti ripetitivi (es. lavare, controllare) o azioni mentali (es. contare) che il soggetto si sente spinto a mettere in atto in risposta all’ossessione, secondo regole che devono essere applicate rigidamente. La maggior parte degli individui con DOC ha sia ossessioni che compulsioni.

Le compulsioni non sono collegate in maniera realistica al comportamento che intendono evitare e sono eccessive rispetto ad esso. Sia le ossessioni che le compulsioni fanno spendere molto tempo all’individuo, causando disagio e compromissione severi. Questo criterio serve a distinguere il DOC da occasionali pensieri intrusivi o comportamenti ripetitivi che sono comuni nella popolazione generale. La frequenza e la gravità è variabile, impegnando da 1 a 3 ore al giorno fino a tutta la giornata.

Il paziente può avere un insight più o meno elevato, a seconda della capacità di riconoscere ossessioni/compulsioni come vere o meno. Il contenuto delle ossessioni/compulsioni varia a seconda degli individui; nonostante ciò alcuni temi sono ricorrenti, come pulizia, simmetria, danno, pensieri proibiti o tabù. Alcuni individui hanno anche difficoltà a gettare via gli oggetti e li accumulano come conseguenza di tipiche ossessioni e compulsioni, che il timore di danneggiare gli altri.

Gli individui con DOC spesso sperimentano ansia, attacchi di panico, sentimenti di disgusto o incompletezza davanti alle ossessioni. Durante la messa in atto delle compulsioni, alcuni riferiscono un angosciante senso di “incompletezza” o inquietudine finché le cose non sembrano “giuste”. E’ inoltre comune l’evitamento di persone, luoghi e cose che innescano ossessioni e compulsioni.

La categoria del disturbo ossessivo compulsivo e disturbi correlati comprende:

– disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)

– disturbo di dismorfismo corporeo

– disturbo da accumulo

– tricotillomania (disturbo da strappamento di peli)

– disturbo di escoriazione (stuzzicamento della pelle)

– disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati indotto da sostanze/farmaci

– disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati dovuti ad altra condizione medica

– disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati con altra specificazione e senza specificazione.