Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale

La Terapia Cognitivo Comportamentale (Cognitive-Behaviour Therapy, CBT) evidenced based, è considerata dall’OMS uno dei più affidabili ed efficaci modelli per la comprensione ed il trattamento dei disturbi psicopatologici.

Tale modello,  postula una stretta relazione tra Emozioni, Pensieri e Comportamenti. L’indagine relativa alla cause del disagio psicologico è focalizzata sulla reciproca influenza di queste tre variabili (Beck, 1976). La teoria di fondo, sottolinea l’importanza delle distorsioni cognitive e della rappresentazione soggettiva della realtà nell’origine e nel mantenimento dei disturbi emotivi e comportamentali. Ciò implica che non sarebbero gli eventi a creare e mantenere i problemi psicologici, emotivi e di comportamento, ma questi verrebbero largamente influenzati dalle strutture e costruzioni cognitive dell’individuo (Ellis, 1962).

Le indagini neuroscientifiche condotte allo scopo di esplorare gli effetti della psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), hanno dimostrato che i comportamenti funzionali e disfunzionali, si possono apprendere e disapprendere in tutto l’arco di vita a causa della neuroplasticità cerebrale ed emotiva (Pascual-Leone, Amedi, Fregni e Merabe, 2005). L’attività cognitiva contribuisce al comportamento disfunzionale e all’esperienza emotiva, attraverso la focalizzazione, la percezione selettiva, il richiamo della traccia mnestica e le distorsioni cognitive.

Terapie di successo a pazienti affetti da Aracnofobia, DOC, DAP, Fobia sociale, Depressione Maggiore, DCA,  hanno dimostrato che tecniche metacognitive e di consapevolezza generano cambiamenti neurobiologici nelle strutture corticali, sottocorticali e nel sistema endocrino immunitario  (Butler, Chapman, Forman e Beck, 2006; Tolin, 2010).

Nel tempo, il modello CBT è stato perfezionato, elaborato e rigorosamente testato (Clark & Beck, 2010) e per questo ritenuto trattamento di elezione per  una varietà di disturbi anche gravi come la come la Schizofrenia (Turkington, Kingdon e Weiden, 2006) e il Disturbo Bipolare (Lam, Hayward, Watkins, Wright e Sham, 2005).